Il progetto artistico di Caterina Morigi in collaborazione con Cam 85 e la società Altreforme fonde il micro e il macro della materia utilizzando immagini provenienti da vari dispositivi, tra cui il microscopio elettronico che mette in discussione l’idea stessa di foto-grafia, in quanto utilizza fasci di elettroni (e non fotoni) per raccogliere informazioni sui volumi non captando i colori.
Prove e sperimentazioni si sono evolute per trasformare immagini microscopiche di esoscheletri di esseri marini e marmi ingranditi in sculture realizzate con la stampante 3D, usando materiali morbidi ed elastici, sensibili al calore e ai raggi UV.
Alcune immagini sono state realizzate in collaborazione con ingegneri e ricercatori dell’istituto Ortopedico Rizzoli e dell’Università degli Studi di Bologna.
Le due opere create, una scultura aperta e un bassorilievo digitale, riflettono la “vocazione” della materia e rimarcano l’interrelazione tra organico e inorganico, tra uomo e natura, tra biologia e tecnologia per creare una nuova possibile alleanza.